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I reclami come opportunità di miglioramento continuo per le aziende Life Science

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I reclami come opportunità di miglioramento continuo per le aziende Life Science

I reclami come opportunità di miglioramento continuo per le aziende Life Science

Un reclamo da parte del cliente finale o intermedio può avvenire nel momento in cui qualcosa va storto e si riscontra un difetto nel prodotto o nel servizio. 

Il reclamo può riguardare qualsiasi aspetto del farmaco o device, da un difetto del packaging fino a una reazione inaspettata durante l’utilizzo.

La Gestione dei reclami è parte delle Good Manufacturing Practice (GMP) e oggetto di ispezione da parte degli enti normativi. Per questo necessita di una grande attenzione e una documentazione adeguata. 

Oltre l’aspetto normativo, tuttavia la gestione dei reclami può rappresentare un’opportunità competitiva per le aziende Life Science. Attraverso l’approccio del Quality Risk Management, le aziende possono infatti mettere in piedi un sistema robusto e dinamico di qualità. 

Inoltre la gestione trasversale del reclamo in tutta l’azienda, può portare grazie al supporto di sistemi digitali, a una sensibilizzazione e coinvolgimento maggiore degli stakeholder interni in un processo di miglioramento continuo verso la qualità e la produttività dell’azienda.

 

La Gestione del reclamo

 

La Gestione del reclamo, come abbiamo detto, necessita di molta attenzione e di un robusto sistema di qualità e di documentazione a supporto. Questo consente di eseguire investigazioni esaustive per arrivare, qualora il difetto sia confermato, ad azioni correttive e tempestive, come il ritiro dell’intero lotto dal mercato, e prevenire il ripetersi di problemi in futuro.

La Gestione dei reclami è inoltre oggetto di ispezioni da parte degli enti normativi. Nonostante le linee guida presenti che tracciano il percorso da seguire, ancora oggi si riscontrano da parte di FDA molte Warning Letter per una scarsa gestione dei reclami.

La ricezione e gestione del reclamo è compito del reparto Quality Assurance, che è un tramite per gli stakeholder esterni, ai quali dovrà fornire una risposta al reclamo, e per gli stakeholder interni che, soprattutto in fase di investigazione, dovrà intervistare e coinvolgere per arrivare alla root cause del problema e organizzare attività di risposta.

 

Il miglioramento continuo con il digitale

 

Avere una documentazione centralizzata e organizzata, facilita enormemente la fase di investigazione del reclamo. Questa fase infatti si divide in due parti: Document Analysis e Laboratory Investigation.

Nell’analisi dei documenti, il team QA controlla se ci sono stati reclami precedenti sullo stesso lotto e se sì qual è stata la risposta data. Se non ci sono stati reclami, il QA controlla i batch record per verificare la presenza di una deviazione o non conformità e via via si prosegue in profondità fino a risalire alla root cause se il reclamo è confermato o dichiararlo al contrario non confermato. L’investigazione può coinvolgere anche fornitori esterni, per esempio nel caso di un colore diverso del packaging, la root cause potrebbe risiedere anche nella produzione dell’azienda fornitrice.

Avere un sistema digitale centralizzato per tutta l’azienda consente, semplicemente cercando il numero di lotto, di risalire ai processi collegati e a tutta la documentazione prodotta con i relativi owner e le attività svolte. Si riduce così drasticamente il tempo di ricerca e aumenta contemporaneamente anche la compliance. Con un sistema digitale centralizzato inoltre la documentazione prodotta per il reclamo rimane archiviata e protetta, accessibile alle persone autorizzate per eventuali richieste in fase di ispezione e future investigazioni, così come è facilitata la risposta finale al cliente e l’estrazione dei KPI.

Inoltre una difficoltà che un sistema digitale risolve è il coinvolgimento diretto dei reparti con attività assegnate. Si tende infatti spesso ad affidare solo al reparto Quality Assurance l’esecuzione del processo reclami, quando invece riguarda trasversalmente tutta l’azienda sia nella collaborazione in fase di investigazione che nelle successive eventuali azioni correttive e preventive

Un’opportunità di miglioramento in questo caso è proprio l’accountability verso il sistema qualità da parte di tutta l’azienda.

Il Risk Management come Product Lifecycle Document

 

Il reclamo può essere un’opportunità di miglioramento continuo soprattutto con l’utilizzo del Risk Management. Nel momento in cui lanciamo un prodotto creiamo anche un documento per il risk management con la probabilità e severità di possibili eventi che potrebbero verificarsi con il prodotto sul mercato.

Nel momento in cui riceviamo un reclamo o anche feedback, oltre gestirlo è importante tornare su quel documento e considerare, insieme alle persone coinvolte se degli elementi sono stati sottovalutati, sopravvalutati o non considerati. Da questa riflessione potrebbe per esempio risultare che è necessario fare ulteriori azioni oltre la gestione del reclamo, come aprire una Change, effettuare un nuovo assessment riconsiderando le probabilità e severità di un rischio, o magari sensibilizzare maggiormente la popolazione aziendale su un determinato processo.

Il documento di risk management, può diventare un vero e proprio product lifecycle document che irrobustisce e migliora continuamente il sistema e il prodotto. 

Insomma un documento vivo e dinamico disponibile a tutti i reparti coinvolti non solo in fase operativa, ma anche per le analisi del top management.

 

Digitalizzare i reclami con un Workflow Management System

 

Un workflow management System digitalizza i processi aziendali, riportando quello che succede nel mondo offline in un ambiente digitale protetto, dove le attività possono essere assegnate direttamente agli owner ed eseguite/ registrate sul sistema per avanzare nel processo. 

Il vantaggio è avere un monitoraggio generale del processo e del suo stato di avanzamento, con documentazione centralizzata e collegata alle attività svolte.

Inoltre le persone sono responsabilizzate e direttamente coinvolte nelle attività, con scadenze e notifiche di follow-up, che riducono la possibilità di ritardi.

Altri due grandi vantaggi sono l’integrazione con gli altri processi collegati al reclamo come per esempio CAPA, e l’integrazione anche con altri sistemi, come ERP, che permettono di avere anagrafiche aggiornate sui prodotti.

Infine un sistema digitale consente di estrarre dossierreport e KPI per:

  • dare una risposta al cliente, con le azioni messe in piedi dall’azienda per il reclamo
  • fornire una documentazione completa in fase di ispezione
  • avere un monitoraggio costante dei trend e delle performance, così da implementare azioni a supporto

PRAGMA4U

PRAGMA4U è una piattaforma di Workflow Management System modulare e scalabile che digitalizza i processi di lavoro in conformità alle linee guida FDA e cGxP. 

Consente alle aziende di: avere una documentazione protetta, sempre aggiornata, organizzata e collegata ai processi di origine; di assegnare ed eseguire le attività di lavoro direttamente sulla piattaforma; di condividere facilmente informazioni tra reparti; tenere sotto controllo i processi con KPI ed estrarre report e dossier utili in caso di ispezione.

La piattaforma può contenere più processi, creando una vera e propria mappa digitale dell’azienda. Si integra inoltre ad altri sistemi come ERP semplificando la compilazione e aggiornamento dei dati.

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Audit interno

10 consigli (+1) per un AUDIT Interno efficace

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10 consigli (+1) per un AUDIT Interno efficace

10 consigli (+1) per un AUDIT Interno efficace

L’Audit è un processo fondamentale all’interno di un’azienda che lavora in qualità perché permette di individuare i rischi associati alla Compliance e intraprendere le azioni correttive e preventive più idonee.

Gli audit interni sono effettuati periodicamente e in modo sistematico all’interno dell’aziende Life Science e permettono di valutare con obiettività la conformità di un’attività rispetto a uno specifico standard di riferimento.

Regolamentazioni e Linee Guida Audit interni:

Farmaceutico

Medical Device

  • FDA CFR 820

10 Consigli per effettuare un Audit interno efficace

1- Frequenza e Priorità. Adotta un approccio basato sul rischio per la frequenza e priorità degli audit. Prevedi una frequenza minima in ogni area per garantire che nessuna venga trascurata. Nella valutazione di frequenza e priorità considera anche la complessità delle attività operative e la severità del rischio per il paziente e il prodotto nell’area di ispezione.

2- Formazione e Aggiornamento. Forma il tuo team di auditor e tienilo costantemente aggiornato su: cambi regolatori, osservazioni ricevute in azienda da ispezioni esterne, indicatori di qualità (numero deviazioni, NC, ecc.) per le aree di ispezione, cambiamenti significativi nei processi, cambi organizzativi dell’area, valutazioni e aree di rischio. In quest’ultimo caso il supporto di un tool digitale per un Quality Risk Management centralizzato in tutta l’azienda, aiuta ad avere una panoramica generale e sempre aggiornata sull’azienda.

3- Pianificazione. Prepara un programma di audit periodico, includendo chi sarà l’auditor, gli argomenti, processi e l’area dell’azienda che riceverà l’audit. Gli Audit interni sono eseguiti nelle seguenti circostanze: in accordo al piano di audit interni annuale, per una causa specifica, in preparazione a un’ispezione regolatoria, ogni qualvolta il Management lo richieda.

NB. La gestione dell’Audit interno prescrive un’indipendenza tra l’ispettore qualificato e l’attività oggetto di audit.

4- Preparazione. Una volta pianificato il programma di audit, questo dovrebbe essere comunicato con largo anticipo alle aree interessate. Questo consente sia di pianificare eventuali modifiche che all’area interessata di prepararsi all’audit interno. Il Lead auditor dovrebbe preparare e condividere un ordine del giorno che includa: elenco dei record, processi e sistemi da rivedere; revisione dei CAPA aperti a seguito di audit interni precedenti, con tutte le modifiche apportate nell’area, e ispezioni esterne.

5- Apertura. Organizza una riunione di apertura con tutte le aree funzionali, se possibile, all’inizio dell’audit. Un audit interno non dovrebbe assumere la stessa forma di un audit da parte di un’autorità di regolamentazione. Un audit interno dovrebbe essere una collaborazione tra la funzione sottoposta a audit e il revisore. Dovrebbe essere un forum educativo aperto, onesto, collaborativo in cui le aree funzionali hanno l’opportunità di discutere apertamente di preoccupazioni e aree problematiche.

6- Collaborazione. Durante l’audit interno, gli auditor dovrebbero essere diretti ed evitare domande che colgono in fallo le persone. L’audit interno è un’opportunità per educare il personale, spiegando perché si pongono determinate domande e fornendo una spiegazione regolatoria sull’indagine che si sta svolgendo. Un altro comportamento collaborativo è quello di saper ascoltare con attenzione le risposte del personale e adottare un tono amichevole e non conflittuale con quest’ultimo. 

7- Partecipazione. Le persone direttamente responsabili dell’esecuzione delle attività hanno di solito una visione più approfondita di ciò che va e di ciò che necessita di essere migliorato. È per questo fondamentale coinvolgerle nel processo di audit interno, per evitare che delle criticità sfuggano e vengano poi fuori durante l’ispezione.

8- Chiusura. Organizza una riunione di chiusura a fine audit per fare un punto della situazione e i prossimi passi. Non dovrebbero esserci sorprese in questa riunione perché tutte le osservazioni sono state già discusse durante la giornata. 

9 – Documentazione. Tutta la documentazione prodotta relativamente alla gestione dell’audit (audit plan, audit report, follow up, …) deve essere organizzata, archiviata e sempre disponibile sia essa cartacea o digitale. Potrebbe essere richiesta anche in fase di ispezione regolatoria.

10- Monitoraggio. Dalle osservazioni di audit interno potrebbero scaturire azioni correttive e preventive non sempre facili da monitorare e tenere traccia, anche perché potrebbero volerci mesi prima del completamento delle attività. Il consiglio è avvalersi di un sistema digitale che monitora e invia notifiche e alert alle persone incaricate delle attività e che permette di chiudere l’Audit solo quando tutte le attività sono terminate.

11 – Report. A fine audit, il Lead auditor redige un report, assistito dall’Audit Team. Il report dovrebbe essere condiviso con il team, responsabili dei reparti coinvolti (tra cui sempre il QA manager), il direttore di stabilimento, la persona qualificata.

La gestione dell’audit in un sistema digitale

Gestire il processo audit in un sistema digitale, consente di:

  • Registrare gli audit interni ed esterni ricevuti ed effettuati
  • Tenere costantemente traccia dello stato di avanzamento delle Osservazioni scaturite durante tutto il loro ciclo di vita
  • Monitorare i processi e le attività scaturiti dalle osservazioni come CAPA, non conformità, Change Control, …
  • Inviare notifiche di follow-up alle persone responsabili per chiudere le attività
  • Chiudere l’Audit solo quando tutte le azioni per la risoluzione delle osservazioni sono state completate. 
  • Tracciare e monitorare gli impatti degli Audit sui processi e sull’organizzazione
  • Archiviare e Organizzare la documentazione prodotta (audit plan, audit report, follow up, documenti di chiusura) e renderla disponibile se richiesta in fase di ispezione.
  • Elaborare e tenere traccia del Piano di Azioni necessario a risolvere le anomalie
  • Creare un forte legame tra Processi: un sistema dedicato, consente ad esempio di aprire un processo CAPA, Change o Non Conformità direttamente da un Audit

PRAGMA4U

PRAGMA4U è una piattaforma di Workflow Management System modulare e scalabile che digitalizza i processi di lavoro in conformità alle linee guida FDA e cGxP.

Consente alle aziende di: avere una documentazione protetta, sempre aggiornata, organizzata e collegata ai processi di origine; di assegnare ed eseguire le attività di lavoro direttamente sulla piattaforma; di condividere facilmente informazioni tra reparti; tenere sotto controllo i processi con KPI ed estrarre report e dossier utili in caso di ispezione.

La piattaforma può contenere più processi, creando una vera e propria mappa digitale dell’azienda. Si integra inoltre ad altri sistemi come ERP semplificando la compilazione e aggiornamento dei dati.

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La Digital Transformation nelle aziende Life Science: impatti e opportunità

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La Digital Transformation nelle aziende Life Science: impatti e opportunità

La Digital Transformation nelle aziende Life Science: impatti e opportunità

Digital Transformation, tutti almeno una volta abbiamo sentito queste parole. Soprattutto negli ultimi mesi, a fronte della pandemia. Molte aziende si stanno confrontando con contatti a distanzasovrapproduzioni e l’adozione di strumenti digitali per non fermare le attività.

La Digital Transformation,  tuttavia va oltre l’adozione di nuove tecnologie e porta a un ripensamento totale dell’organizzazione, ponendo di fronte a sfide culturali più che tecnologiche.

Nei prossimi paragrafi, andremo ad analizzare il significato e l’impatto della trasformazione digitale, quali scenari e sfide si prospettano per le industrie Life Science.


Digital Transformation


Si inizia a parlare di Digital Transformation già alla fine degli anni ‘90, come 
approccio che coinvolge l’intera azienda e introduce cambiamenti nel business a livello tecnologico, culturale, organizzativo, sociale, creativo e manageriale.

La Digital Transformation incentiva la condivisione, la trasparenza e l’inclusione dei partecipanti al processo e pone il destinatario del servizio finale al centro dello sviluppo se non addirittura partecipe dello stesso.

La Digital Transformation è oggi un “lasciapassare” per il futuro e per mantenere alta la competitività sul mercato. Le aziende che hanno già attuato progetti legati all’utilizzo delle nuove tecnologie raggiungono “una profittabilità superiore del 26% rispetto alle altre aziende, e una maggiore valorizzazione di mercato nell’ordine del 12%”.

Secondo un report SAP, la maggior parte delle aziende comprende l’importanza del cambiamento digitale, ma solo il 3% ha completato progetti di trasformazione digitale all’interno dell’azienda.

Le aziende che vengono considerate leader nella Digital Transformation, presentano le seguenti caratteristiche:

  • considerano la Trasformazione Digitale al centro del Business (96%) e la tecnologia molto importante per ottenere un vantaggio competitivo (93%). In quest’ottica i leader ripensano anche ai modelli di business;
  • danno priorità alle funzioni a contatto con i clienti. Il 92% dei leader in Digital Transformation ha già messo in piedi strategie e processi per il miglioramento della customer experience. In generale considera quest’ultima la porta di accesso a una trasformazione digitale di successo;
  • investono molto nella ricerca e formazione digitali dei talenti, così da essere pronti al cambiamento. Il 71% dei leader afferma inoltre che investendo in digital transformation è più facile attirare e mantenere talenti;
  • seguono un’architettura bimodale. Un modello organizzativo che tiene conto della tradizione tecnologica di un’azienda e porta a far convivere questa componente con gli aspetti più tipicamente orientati all’innovazione. In questo modo è possibile portare avanti il business in maniera efficiente e allo stesso tempo introdurre nuove tecnologie per essere competitivi, soprattutto Big Data e Analytics (94%), Machine Learning (50%) e Internet of Things (76%).

I reparti più digitalizzati nel settore Life Science

 

La Digital Transformation, come abbiamo detto, va oltre l’adozione di nuove tecnologie e porta a un ripensamento totale dell’organizzazione, ponendo le aziende di fronte a una grande sfida culturale. La Digital Transformation inserisce un’azienda, un processo, un’attività all’interno di un ecosistema più grande, dove le distanze diminuiscono a favore di risultati veloci, condivisi e raggiungibili in modo più efficiente.

In particolare nelle aziende Life Science essere parte di un ecosistema digitale implica una comunicazione e condivisione dei dati facilitata, partendo dagli enti regolatori fino al paziente.

Molto interessante in questa direzione una ricerca condotta da KPGM sulla digitalizzazione nelle industrie Life Science nell’area Germania, Svizzera, Austria. La ricerca ha preso in esame 75 aziende tra cui farmaceutiche, medtech e altre aziende Life Science.

I reparti dove la digitalizzazione è maggiore sono IT e Quality Assurance. Il Quality Assurance è anche l’area dove sono pianificati più progetti verso la digitalizzazione. Le aree meno coinvolte, al momento della ricerca, sono invece logistica e produzione. Anche se negli ultimi mesi, c’è stato un forte aumento di interesse e progetti in queste aree.

Proprio l’aumento di efficienza, è infatti uno dei benefici maggiori dell’adozione di tecnologie digitali, secondo la ricerca, inclusa una progettazione agile dei processi R&D (39%). Segue come beneficio l’ottimizzazione dei processi Quality & Compliance (28%).

Processi interni efficienti e approccio agile

 

Avere processi interni efficienti è un prerequisito fondamentale, per le aziende che vogliono intraprendere un percorso di Digital Transformation e giocare un ruolo importante all’interno dell’ecosistema digitale.

Prima di implementare una soluzione tecnologica, è bene riflettere sui propri processi interni. Come possono essere semplificati? Solo successivamente chiedersi come può inserirsi uno strumento digitale. Senza questo prerequisito si rischia di avere tecnologie, che invece di aumentare la produttività, comportano ulteriori perdite di tempo per le risorse che ne faranno uso.

Un altro aspetto da considerare è la collaborazione trasversale con gli stakeholder interni ed esterni che faranno uso della tecnologia, anche non gestendola direttamente. Il consiglio è di coinvolgerli e creare team cross-funzionali all’azienda e al gruppo, per valutare e testare insieme la nuova tecnologia, gli impatti che avrà e come gestirli.

L’approccio agile può aiutare ad affrontare l’incertezza di una nuova tecnologia e del cambiamento che comporta, poiché permette di implementare in modo graduale e allo stesso tempo prendendo decisioni rapide la soluzione migliore.  L’approccio agile prevede la creazione di gruppi di lavoro orizzontali all’organizzazione gerarchica, una prototipazione e test veloci per sperimentare le migliori soluzioni.

Cultura e competenze digitali

 

Tra le sfide più impegnative, per oltre l’80% delle aziende Life Science (report KPGM), ci sono la mancanza di competenze digitali e l’accettazione delle nuove tecnologie da parte dei dipendenti.

L’introduzione di nuove tecnologie potrebbe infatti essere  percepita come una sostituzione delle attività umane con il conseguente rischio di perdita di posti di lavoro. Per questo, la paura che ciò accada può portare, cosciamente o incosciamente, a una resistenza dei dipendenti verso il cambiamento. Il management in questo caso dovrebbe intercettare la paura e veicolare il messaggio di Digital Transformation come opportunità per aumentare le proprie competenze, rimanere competitivi nel mercato del lavoro e avere la possibilità di cambiare un ruolo ripetitivo con un altro a maggior valore all’interno dell’azienda.

Il supporto di coach per instaurare una cultura digitale del cambiamento viene spesso adottata dalle aziende.

Per quanto riguarda la carenza di competenze digitali, molte aziende hanno intrapreso un percorso di riqualificazione dei propri dipendenti. Partendo da un assessment, hanno previsto percorsi personalizzati di crescita digitale. Sicuramente una formazione in quest’ottica implica investimenti importanti. Molte aziende nella ricerca di KPMG, hanno espresso forti dubbi sulla loro capacità di sviluppare tali competenze.

A questo proposito, un parametro critico nel processo di trasformazione digitale è una definizione chiara del profilo del dipendente qualificato che sarà richiesto in futuro. Il sistema di formazione si dovrà quindi adeguare a questi requisiti con programmi educativi specifici.

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excel - fogli di calcolo

Quando l’utilizzo di Excel non è la scelta migliore

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Quando l’utilizzo di Excel non è la scelta migliore

Quando l’utilizzo di Excel non è la scelta migliore

Microsoft Excel è senza ombra di dubbio il software più famoso al mondo per la gestione dei fogli elettronici. Con Excel possiamo elaborare dati a 360°: organizzarli in tabelle, esporli in grafici, calcolarli con formule matriciali, formule 3D, formule nidificate e molto altro ancora.

Insomma, parafrasando un noto spot pubblicitario potremmo facilmente dire “che mondo sarebbe senza Excel!”.

Allora qual è il problema?

Beh, che esistono dei casi in cui l’utilizzo di Excel non è esattamente il più funzionale, semplicemente perché è stato progettato per scopi differenti! Provereste mai a svitare una vite con un coltello? Certo, magari dopo qualche tentativo e un po’ di fatica potrete anche riuscirci. Ma perché non utilizzare direttamente un cacciavite?

L’impiego dello strumento meno adatto rischia di produrre performance peggiori che si riverseranno inevitabilmente sul nostro lavoro.

Ecco dunque tre casi in cui l’utilizzo dei fogli di calcolo potrebbe non essere una scelta consigliabile.

1.Excel non è un Database

La fruibilità, la sicurezza e la conservazione dei dati nella Digital Trasformation sono fondamentali. Registrarearchiviareanalizzare modificare dati giornalmente e con facilità diventa quindi una priorità per le aziende.

In Excel è possibile svolgere tutte queste attività gestendo i fogli elettronici come database.

Tuttavia il programma presenta alcuni limiti:

  • Richiede molto tempo per la compilazione, gestione, backup dei dati;
  • È complesso creare e mantenere relazioni tra molti dati presenti in diversi fogli di calcolo
  • Con l’aumentare dei dati le performance del programma diminuiscono
  • La gestione e la modifica condivisa potrebbero essere difficoltose
  • Soggetto a errori umani

2. Excel non è un Editor

Riempire celle Excel con testi lunghi e articolati può essere davvero frustrante per chi dovrà leggere quel file.

Excel permette di scegliere font, size, colore, fare il controllo ortografico, inserire immagini e link, ma non è un editor di testo e non può essere usato come tale. Un editor di testo permette infatti un’organizzazione gerarchica del contenuto (Titolo, sottotitolo, paragrafo) e con excel questo non è possibile. Le citazioni, gli indici, le intestazioni a piè di pagina non possono essere inserite. La Stampa di un foglio Excel poi è un vero incubo.

3. Excel non è progettato per un lavoro collaborativo

Nei contesti lavorativi è comune lavorare in condivisione su file Excel. Per esempio reparti diversi possono registrare dati e attività che saranno successivamente utili ad altri reparti e su cui quest’ultimi aggiungeranno i propri dati.

Più persone che lavorano sullo stesso file presenta notevoli rischi: perdite di dati, confusione per differenti versioni dei file, difficoltà di salvataggioimpossibilità di modificare il file contemporaneamente, solo per citarne alcuni. Grazie alla versione online alcuni limiti sono stati superati, anche se per policy non tutte le aziende possono farne uso.

Conclusioni

Excel è un programma potente e esprime le migliori performance nell’analisi dati, calcoli, funzioni, tabelle e grafici. Utilizzarlo per scopi che vanno oltre la sua “mission” potrebbe comportare il rischio di ridurre l’efficienza e la performance dell’attività che si vuole svolgere.

Ogni attività come detto ha il suo strumento di supporto. Usare un workflow sviluppato appositamente per la gestione dei flussi di lavoro fra reparti, con archiviazione selettiva dati e delle informazioni, con la tracciabilità in totale sicurezza, con la possibilità di sintetizzare le informazioni in report intuitivi, e tanto altro ancora è senza dubbio la scelta migliore, soprattutto perché poi si integra facilmente con altri programmi come Excel creando una vera e propria mappa digitale dell’azienda.

PER APPROFONDIRE L’ARGOMENTO:

10 things you should never do in Excel

Can I use excel as a database on my website?

Top 10 Disadvantages of Spreadsheets


PRAGMA4U

Consente alle aziende di: avere una documentazione protetta, sempre aggiornata, organizzata e collegata ai processi di origine; di assegnare ed eseguire le attività di lavoro direttamente sulla piattaforma; di condividere facilmente informazioni tra reparti; tenere sotto controllo i processi con KPI ed estrarre report e dossier utili in caso di ispezione.

La piattaforma può contenere più processi (es. Audit, Change Control, Reclami, CAPA, ecc.), creando una vera e propria mappa digitale dell’azienda. Si integra inoltre ad altri sistemi come ERP semplificando la compilazione e aggiornamento dei dati.

PRAGMA4U nasce dalla pluriennale esperienza di S4BT nel mondo farmaceutico. Per questo il sistema è perfettamente CFR 21 – part 11 compliant e nasce con il preciso intento di conformarsi
agli elevati standard qualitativi della normativa, standard che interessano fortemente anche l’ambito dell’integrità dei dati.

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CAPA - Azioni correttive azioni preventive

Come verificare l’efficacia del CAPA: metodi, strumenti e domande da porsi

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Come verificare l’efficacia del CAPA: metodi, strumenti e domande da porsi

Come verificare l’efficacia del CAPA: metodi, strumenti e domande da porsi

In aziende altamente regolamentate come quelle Life Science, i problemi che impattano la qualità devono essere supportati da processi solidi e ben strutturati per risolverne le cause ed evitare il ripetersi. Uno dei processi e metodi più comuni è quello del CAPA (Corrective Actions, Preventive Actions).

I CAPA si utilizzano non solo perché richiesti dalle normativelinee guidastandard, ma se eseguiti correttamente, possono aiutare le organizzazioni a migliorare i propri processi e ridurre gli sprechi, aumentandone il vantaggio competitivo. 

Una fase davvero importante nel processo CAPA è la verifica della sua efficacia una volta implementate le azioni correttive preventive. Questo, affinché il CAPA rappresenti una reale soluzione al problema riscontrato e per ridurre il rischio o evitare, come succede spesso, il suo ripresentarsi dopo qualche tempo.

Quali aspetti e domande porsi quando si misura l’efficacia di un CAPA? Quali metodi e strumenti utilizzare?

1. Misurare l’efficacia del CAPA: dati qualitativi e quantitativi

 

Per verificare l’efficacia di un CAPA abbiamo bisogno di misurarla, sia con dati qualitativi, che quantitativi. Con i primi si spiegano e acquisiscono insight e comprensione di un problema e della sua risoluzione attraverso la raccolta di dati “narrativi”, come per esempio le interviste o valutazioni di personale esperto. I secondi, spiegano, prevedono e /o controllano i fenomeni attraverso la raccolta mirata di dati numerici e test delle ipotesi.

Si può misurare qualsiasi aspetto, l’importante è aver individuato l’elemento o gli elementi target che determinano l’efficacia delle azioni implementate e il raggiungimento dell’obiettivo finale.

Facciamo un esempio molto semplice.

La nostra root cause, che ha portato all’apertura del CAPA, è stato un errore di trascrizione, avvenuto durante la copia delle informazioni dall’etichetta del campione ai registri del laboratorio. L’errore di trascrizione è stato causato da un malfunzionamento della stampante che produce etichette poco leggibili. 

Il CAPA ha portato tra le attività il cambio della stampante. Due elementi per verificarne l’efficacia potrebbero essere: ritornare con una frequenza stabilita sulla stampante e valutare qualitativamente se la stampa delle etichette è ben leggibile (dato qualitativo); quantificare il numero di errori generati in un determinato lasso di tempo confrontandoli con il numero di errori generati con la stampante precedente (dati quantitativi).

2. Misurare l’efficacia del CAPA: alcune domande da porsi

Di seguito alcune domande che guidano nella comprensione di effort, responsabilità e altri aspetti da considerare per misurare l’efficacia del CAPA.

  • Chi si occuperà della misurazione? 

L’attività dovrebbe essere assegnata alla qualità o al gruppo in azienda che assicura la risoluzione dei problemi nel sistema qualità secondo le normative.

  • Cosa sarà misurato? 

Il numero di errori una volta implementate le azioni del CAPA rispetto al numero di errori fatti in precedenza? Il numero o il tipo di deviazioni che si sono verificate a seguito dell’implementazione del CAPA? ecc.

  • Dove sarà misurato/ tracciato? 

I risultati delle misurazioni saranno inseriti manualmente nel form del CAPA? saranno tracciati su un sistema elettronico?

  • Quando effettuare le misurazioni?

Il tempo e la frequenza di misurazione dipende dalla severità del difetto. Per difetti che possono impattare la salute del paziente, la misurazione dell’efficacia dovrà essere immediata.

  • Come sarà misurata l’efficacia del CAPA?

Saranno presi dati quantitativi, dati qualitativi? Per esempio se viene rivista una SOP, poi possono essere misurate le performance delle risorse o la compliance alla nuova versione della procedura monitorando il numero di deviazioni, rispetto ai vari step del processo descritto in procedura.

  • Come saranno analizzate le misurazioni? 

Le analisi dovranno essere eseguite dalla qualità, che poi determinerà se il CAPA potrà essere chiuso.

  • Chi comunicherà le analisi al Management Team?

L’analisi dovrebbe essere comunicata dagli owner dei CAPA plans, solitamente condividendo delle metriche mensili.

Metodi e Strumenti per verificare l’efficacia di un CAPA

Controlli periodici – Questo metodo consiste nello stabilire un appuntamento periodico per revisionare il processo/ cambiamento introdotto con il CAPA.

Audit interni a sorpresa – Gli audit possono essere utili per assicurarsi che operatori, processi o strumentazione stiano seguendo le attività secondo quanto definito nel CAPA.

Campionamento –  Il campionamento è un metodo efficace per verificare le azioni correttive relative al monitoraggio ambientale o ai test di laboratorio. 


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Consente alle aziende di: avere una documentazione protetta, sempre aggiornata, organizzata e collegata ai processi di origine; di assegnare ed eseguire le attività di lavoro direttamente sulla piattaforma; di condividere facilmente informazioni tra reparti; tenere sotto controllo i processi con KPI ed estrarre report e dossier utili in caso di ispezione.

La piattaforma può contenere più processi, creando una vera e propria mappa digitale dell’azienda. Si integra inoltre ad altri sistemi come ERP semplificando la compilazione e aggiornamento dei dati.

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gestione delle deviazioni

Ridurre l’impatto delle Deviazioni e semplificarne la gestione con il digitale

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Ridurre l’impatto delle Deviazioni e semplificarne la gestione con il digitale

Ridurre l’impatto delle Deviazioni e semplificarne la gestione con il digitale

Le deviazioni nelle aziende Life Science sono un processo molto frequente, che scaturisce nel momento in cui eventi o problemi inattesi allontanano da un processo GMP approvato e/o da ciò che è richiesto/accettato in area GMP.

Le deviazioni hanno un grande impatto su tutto il sistema azienda. Possono bloccare o rigettare interi lotti, coinvolgere diversi reparti nelle investigazioni e generare CAPA con azioni che a cascata riguardano anche tutta l’azienda.

Necessitano inoltre di una gestione molto attenta perché possono impattare l’identità, la forza, la qualità, la purezza, la sicurezza, l’efficacia, le prestazioni, l’affidabilità o la durata di un farmaco o dispositivo. Anche per questo le deviazioni durante le ispezioni ricevono molte attenzioni.

Ogni evento o problema inatteso deve essere quindi documentato, valutato e quando necessario investigato per determinare le cause di origine e evitarne la ricorrenza.

Nei prossimi paragrafi presenteremo strumenti e approcci utili per ridurre l’impatto delle deviazioni e semplificarne la gestione con un sistema digitale.

Strumenti e approcci per diminuire l’impatto delle deviazioni

Tenere sotto controllo la quantità di deviazioni e cercare di diminuirle è fondamentale per la produttività e l’efficienza aziendale. Il passaggio da un approccio reattivo ad un approccio pro-attivo, migliora il sistema qualità, riduce i costi e aumenta la produttività dell’azienda.

Il Quality risk management è uno strumento sempre più richiesto dagli enti ispettivi a supporto dei processi di qualità. A questo si aggiungono anche l’analisi approfondita dei Trend, così come una maggiore attenzione alla formazione del personale.

Per quanto riguarda la gestione delle deviazioni, la complessità di tenere sotto controllo tutte le attività, le scadenze e le documentazioni prodotte, può essere ridotta con un sistema digitale, supporto fondamentale al QA Compliance per l’esecuzione e supervisione del processo.

Quality Risk Management e Deviazioni

Il Quality Risk Management (QRM) come approccio strategico, sistemico e documentato per la gestione del rischio è diventato un requisito fondamentale per le moderne GMP e raccomandato da standard internazionali come WHO o ICH Q9.

Un sistema di gestione di deviazioni efficiente, dovrebbe implementare un meccanismo per discriminare gli eventi basandosi sulla loro rilevanza e la loro categorizzazione obiettiva, concentrando quindi le risorse e gli sforzi sull’investigazione delle root causes solo per le deviazioni rilevanti.

Anche un sistema robusto di CAPA dipende a monte da un’efficiente gestione delle deviazioni che valuta l’evento in base al rischio associato, lo classifica e agisce di conseguenza in modo tempestivo, verificando l’efficacia delle azioni intraprese.

Il QRM come strumento formale o informale applicato alle deviazioni dà la possibilità di determinare l’impatto di una deviazione su un processo o prodotto in modo obiettivo, per categorizzare e facilitare la sua gestione. ICH Q9 consiglia l’uso di questo approccio per diversi scopi, come l’identificazione delle root cause e delle azioni correttive durante le investigazioni di OOS, reclami, difetti di qualità, deviazioni, trend, ecc.

Nel documento “Deviation Handling and Quality Risk Management”, la World Health Organization, propone una possibile strategia, utilizzando il QRM, per differenziare eventi non significanti che non impattano la qualità del prodotto, eventi che violano le norme e procedure, e deviazioni con un probabile impatto sulla qualità del prodotto.

LEGGI ANCHE: Strumenti e consigli per utilizzare al meglio il Quality Risk Managemen

Errore umano e Training del Personale

Tra le cause principali di deviazioni è molto frequente l’errore umano. La risorsa ha ricevuto la procedura, magari ha fatto anche un training e si è qualificato, ma niente Errare Humanum Est. La maggior parte delle volte viene assegnato un retraining tra le azioni CAPA.

Molte procedure, training o processi non vengono tuttavia ben recepiti dal personale e spesso anche un retraining non è sufficiente a evitare il ripetersi dell’errore. Potrebbero anche esserci altre cause dietro un errore umano, come un processo che non è progettato per prevenire l’errore o un ambiente che ostacola una performance ottimale della risorsa. 

Un consiglio è approfondire la root cause dell’errore umano andando oltre il semplice retraining.

Su quest’ultimo in particolare è importante valutare anche l’efficacia della formazione. Di seguito alcune domande che potrebbero tornarti utili:

  • Il training riflette il contenuto della procedura? Gli operatori, risorse eseguono le attività tutti nello stesso modo?
  • La prima volta la risorsa ha eseguito l’attività da solo?
  • La risorsa ha fatto abbastanza pratica sull’attività, o il training è stato veloce?
  • Il tempo dedicato al training è stato utilizzato per attività di training appropriate?
  • Il trainer ha verificato l’abilità della risorsa ad eseguire ogni punto richiesto dell’attività? Secondo quale standard?
  • La risorsa può accedere liberamente alle informazioni necessarie per eseguire l’attività?
  • Il trainer ha mostrato correttamente alla risorsa come eseguire un task? Il trainer ha le conoscenze e abilità richieste per insegnare? 

Un altro consiglio è indagare anche sulla procedura di riferimento:

  • la procedura è chiara, semplice nella descrizione delle azioni? 
  • possono esserci errori o ambiguità,  oppure la procedura può risultare inadeguata e impossibile da eseguire?

La Gestione delle deviazioni in un sistema digitale

Gestire la deviazione insieme ad altri processi in un unico sistema digitale è ormai una misura necessaria per la gestione della qualità in azienda, per tenere sotto controllo i processi e per non incorrere in spiacevoli situazioni in caso di ispezione.

Le aziende che scelgono la strada di un sistema digitale per la gestione delle deviazioni e di altri processi, inoltre possono contare sulla disponibilità di una grande quantità di dati, per effettuare analisi approfondite, incrociate, misurare indici di performance, calcolare meglio il rischio partendo da dati storici e strutturare strategie e azioni preventive mirate.


 

PRAGMA4U

PRAGMA4U è una piattaforma di Workflow Management System modulare e scalabile che digitalizza i processi di lavoro in conformità alle linee guida FDA e cGxP.

Consente alle aziende di: avere una documentazione protetta, sempre aggiornata, organizzata e collegata ai processi di origine; di assegnare ed eseguire le attività di lavoro direttamente sulla piattaforma; di condividere facilmente informazioni tra reparti; tenere sotto controllo i processi con KPI ed estrarre report e dossier utili in caso di ispezione.

La piattaforma può contenere più processi, creando una vera e propria mappa digitale dell’azienda. Si integra inoltre ad altri sistemi come ERP semplificando la compilazione e aggiornamento dei dati.

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quality risk management

Strumenti e consigli per utilizzare al meglio il Quality Risk Management

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Strumenti e consigli per utilizzare al meglio il Quality Risk Management

Strumenti e consigli per utilizzare al meglio il Quality Risk Management

Il Quality risk Management è un modello previsionale e un processo sistematico di valutazionecontrollo, comunicazione e revisione dei rischi per la qualità (intesa come sicurezza ed efficacia) di un prodotto o servizio lungo tutta la sua vita, dallo sviluppo alla commercializzazione. 

Il QRM può essere applicato a diversi tipi di industrie Automotive, Alimentare, ma anche a diverse aree dell’azienda, dai reparti qualità alle risorse umane.

Il Qualit Risk Management è importante per fornire un approccio strutturato e oggettivo nella gestione delle informazioni e del processo decisionale, attraverso metodi documentati, consistenti e comunicativi a supporto delle fasi di sviluppo e produzione del prodotto o servizio.

In campo Life Science il QRM viene affrontato nelle linee guida ICH Q9, presente nella Parte III delle Linee Guida GMP, dove viene incoraggiato lo sviluppo di approcci alla qualità basati sulla scienza e sul rischio.

4 vantaggi del Quality Risk Management

1. Qualità

Un’efficace implementazione dell’intero processo di Quality Risk Management permette di assicurare al paziente un’elevata qualità del farmaco. Ciò grazie ad un approccio proattivo di identificazione e controllo dei possibili problemi di qualità che possono verificarsi durante il suo sviluppo e la sua produzione (materie prime e materiali di confezionamento inclusi).

2. Processo decisionale

L’applicazione sistematica del QRM permette anche di migliorare il processo decisionale e garantire una maggiore affidabilità sulla capacità dell’azienda di trattare i rischi potenziali. 

3. Produttività

Inoltre, se ben applicato, il Quality Risk Management riduce significativamente i costi di sviluppo e produzione del prodotto farmaceutico, riducendo il carico di lavoro di un’organizzazione e focalizzando gli sforzi nelle aree a maggiore criticità che portano a catena maggiore qualità del prodotto e sicurezza del paziente.

4. Knowledge Management

Il QRM può essere anche utilizzato con successo per aumentare la gestione della conoscenza fornendo una panoramica completa dei processi o sistemi, le loro debolezze e i controlli critici che sono stati messi in piedi per prevenire il verificarsi dei problemi.

Alcuni metodi e strumenti a supporto del QRM

5 Whys

Il metodo consiste nel porre ripetutamente la domanda “perchè” fino a quando non si arrivano a comprendere tutti i sintomi di un problema e arrivare alla radice. Il metodo è di solito usato durante le attività di problem solving o insieme ad altri strumenti come il diagramma causa effetto. 

Ishikawa Diagram (diagramma a lisca di pesce)

Chiamato così perché somiglia alla lisca di un pesce con alla fine un rettangolo contenente l’effetto o il problema. Nel campo manifatturiero, le cause o i fattori che influenzano un processo produttivo sono spesso organizzate in quattro macro gruppi, che sono: manodoperamacchine (compresa l’energia impiegata, gli strumenti di lavoro e di misura), materiali (materie prime e ausiliarie), metodi (procedure o prassi operative). Può essere utilizzato nelle sedute di brainstorming con il team.

Fault Tree Analysis (FTA)

Aiuta a determinare la causa dell’errore o a testare l’affidabilità di un sistema controllando logicamente una serie di eventi. La FTA parte dal fallimento per arrivare in maniera logica alle cause. Può essere usata per:

  • stabilire il percorso verso la giusta causa del fallimento
  • valutare il sistema o sottosistema di fallimenti uno per volta, ma può anche combinare più cause di fallimento identificando catene causali
  • investigare reclami e deviazioni in modo da capire pienamente la loro causa e assicurare che i miglioramenti attesi risolveranno il problema e non portare ad altri
  • valutare come diversi fattori influenzano un certo problema. E’ utile sia per il risk     assessment che i programmi di sviluppo di monitoraggio.
  • Si affida a una comprensione totale del processo per identificare i fattori causali

La Failure Mode and Effect Analysis (FMEA)

Metodologia utilizzata per analizzare le modalità di guasto o di difetto di un processo, prodotto o sistema, analizzarne le cause e valutare quali sono gli effetti sull’intero sistema/impianto. Generalmente (ma non necessariamente) l’analisi è eseguita preventivamente e quindi si basa su considerazioni teoriche e non sperimentali. Permette alle organizzazioni di anticipare durante la fase progettazione i possibili difetti e errori nel disegno del processo. 

Può essere utilizzata per: 

  • progettare un nuovo prodotto, processo o servizio
  • pianificare lo svolgimento di un processo esistente in un modo differente
  • quando hai l’obiettivo di migliorare la qualità di un processo specifico
  • quando hai bisogno di capire e “migliorare” gli errori di un processo

HAZOP

Strumento basato sulla teoria secondo cui gli eventi di rischio sono causati da scostamenti dal disegno o dagli scopi operativi. Utilizza una tecnica sistematica per identificare le potenziali deviazioni. Viene spesso utilizzata da un team che già conosce il disegno di un processo o prodotto e la sua applicazione. 

Può essere usata:

  • nei processi di produzione
  • Equipment e servizi
  • per prodotti finiti e materie prime
  • per la valutazione dei pericoli dei processi di sicurezza
  • come punto di partenza per la metodologia HACCP

HACCP

Identifica e implementa controlli di processo che in modo consistente ed effettivo prevengono il verificarsi o il propagarsi di condizioni di pericolo. Enfatizza la prevenzione del problema piuttosto che il suo rilevamento, per questo è consigliato per applicazioni proattive e non reattive.

Può essere utilizzata:

  • per identificare e gestire i rischi associati con i pericoli fisici, chimici e biologici (inclusa     la contaminazione microbiologica)
  • quando la conoscenza del prodotto e del processo è esauriente per supportare l’identificazione dei punti critici di controllo (variabili/ parametri critici)
  • per agevolare il monitoraggio dei punti critici nei processi di produzione

Preliminary Hazard Analysis (PHA)

Strumento di analisi basato sull’applicazione dell’esperienza o della conoscenza precedente del pericolo o fallimento per identificare pericoli futuri, situazioni di pericolo ed eventi che potrebbero causare un danno, e per valutare la loro probabilità di accadimento per una certa attività, funzionalità prodotto o sistema. 

Può essere usata:

  • per analizzare sistemi esistenti o per dare priorità ai pericoli dove le condizioni evitano di usare una tecnica più estesa
  • per prodotti, processi e funzionalità e per valutare le tipologie di pericolo per tipo di     prodotto, per classe di prodotto, e per lo specifico prodotto
  • nello sviluppo di un progetto quando ci sono poche informazioni sul dettaglio del     disegno o sulle procedure operative: in questo modo, è spesso un predecessore di studi successivi
  • in genere, i pericoli identificati sono valutati con altre metodologie di gestione del rischio

LEGGI ANCHE: Le sfide del Change Control tra condivisione, documentazione, Training e digitalizzazione

Risk Ranking and Filtering

Metodo utilizzato per confrontare e classificare i rischi. Di solito include la valutazione di diversi fattori quantitativi e qualitativi per ogni rischio e fattori di ponderazione e punteggi di rischio.

Può essere usato:

  •  per dare priorità ai siti di produzione per le ispezioni e gli audit dagli enti di        regolazione o dal settore
  • in situazioni nelle quali il portafoglio dei rischi e le conseguenze sottostanti da gestire     sono diverse e difficili da confrontare utilizzando un singolo strumento
  • quando il management ha bisogno di stimare sia i rischi qualitativi che quelli     quantitativi nella stessa struttura organizzativa. 

Per approfondire anche altri strumenti consigliamo le linee Guida della World Health Organization sul Quality Risk Management.

 

La gestione del QRM con un sistema digitale


 

 

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PRAGMA4U è una piattaforma di Workflow Management System modulare e scalabile che digitalizza i processi di lavoro in conformità alle linee guida FDA e cGxP.

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5 Motivi e 5 Skill (+1) per lavorare come Consulente in azienda

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5 Motivi e 5 Skill (+1) per lavorare come Consulente in azienda

5 Motivi e 5 Skill (+1) per lavorare come Consulente in azienda

Il lavoro del consulente è dinamico, energico e una grande sfida, che mette alla prova la persona a 360° da un punto di vista tecnicorelazionale e comunicativo.

Il consulente è una figura di riferimento per il cliente e contribuisce con il suo know-how, competenze e supporto alla crescita di quest’ultimo e al raggiungimento dei suoi obiettivi di business. Nel caso di S4BT, che opera nel campo Life Science, il consulente ha una responsabilità ancora maggiore, perché contribuisce con il suo lavoro alla salute delle persone

5 Motivi per lavorare in un’azienda di Consulenza

La grande sfida della carriera di consulente è ripagata sotto davvero molti aspetti.  Eccone almeno 5:

1. Lavori e cresci con il team

Il consulente S4BT non è mai solo e può contare sul supporto dei suoi colleghi. In S4BT lavorano molti consulenti senior con un grande know-how ed esperienza, che supportano i colleghi junior verso la loro crescita professionale.

2. Alleni le tue skill di problem-solving

Il compito del consulente è quello di risolvere i problemi dei clienti. Ogni cliente può avere necessità totalmente diverse e la soluzione anche può non essere sempre la stessa. Questo richiede competenza, esperienza, intuito e anche un pizzico di creatività. Risolvere problemi è dall’altra parte molto gratificante, basti solo pensare alla soddisfazione del cliente.

3. Ogni giorno di lavoro è diverso

Essere un consulente significa fare esperienza su diversi progettiprodottiaziende e problemi da risolvere! La varietà che si trova ad affrontare consente al consulente di crescere più velocemente come professionista.

4. Apprendi e migliori costantemente

I consulenti, portando il proprio know-how ed esperienza nelle aziende, devono essere costantemente formati e informati sulle novità del proprio settore. S4BT è un’azienda che investe molto sulla formazione delle proprie risorse, sia con corsi interni erogati da consulenti senior S4BT, sia con corsi esterni. Dal 2017, S4BT ha dedicato alla formazione oltre 7000 ore. Alla formazione in aula il consulente aggiunge un apprendimento e crescita costanti, dati dai diversi progetti e aziende con cui lavora. Per i consulenti junior inoltre c’è un tempo dedicato al training-on the job dove si forniscono strumenti, conoscenze per diventare ogni giorno sempre più indipendente.

5. Costruisci un network intorno a te

Una delle caratteristiche fondamentali per un consulente è il saper comunicare e tessere buone relazioni con le persone con le quali si verrà in contatto nelle aziende clienti e internamente con il team. Un atteggiamento positivo e propositivo favorisce la creazione di un network di professionisti e permette di entrare in contatto con nuove persone e nuovi punti di vista.

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Le 5 Skill del consulente (+1)

1. Time Management

Saper gestire il proprio tempo e portare a termine le attività programmate è fondamentale per la riuscita del progetto e la soddisfazione del cliente. Il Time Management è da considerarsi non solo a breve termine, come le attività della giornata, ma anche a lungo termine per progetti che richiedono mesi per essere completati e step intermedi per raggiungere l’obiettivo.

2. Flessibilità e adattabilità 

Nella consulenza ci sono cambiamenti continui, è un ambiente dinamico. Cambiano i clienti, i progetti, le necessità, le priorità, il team. Il consulente deve adattarsi al cambiamento ed essere flessibile sia nel progetto, che nell’atteggiamento con il cliente. Per esempio durante una call, davanti una richiesta o problema, deve saper essere proattivo, anche proponendo una risposta  successiva a un check.

3. Comunicazione

Un consulente deve saper comunicare bene sia in forma scritta, che parlata. Per esempio scrivere una e-mail, un documento, un report, una presentazione, esporre chiaramente un concetto, saper affrontare le innumerevoli call. Avere una comunicazione chiara è fondamentale soprattutto quando i clienti sono lontani e non si ha la possibilità di avere comunicazioni face-to-face. È importante allo stesso tempo saper comunicare anche con il proprio team per essere sempre allineati sui progetti. 

4. Team Player

Un consulente non lavora solo. Sia che si tratti di colleghi consulenti, che di clienti, dovrebbe saper lavorare in team e collaborare con persone di ruoli e discipline diverse. Gli obiettivi si raggiungono sempre insieme Together is better!

5. Ascolto e Atteggiamento positivo

Ascoltare attivamente un cliente, un collega, un superiore permette al consulente di capire le sue reali necessità e le soluzioni migliori per raggiungere l’obiettivo. Oltre l’ascolto è importante anche avere un atteggiamento positivo e propositivo verso gli altri. Questo facilita la collaborazione e aumenta l’efficienza e la produttività.

6. Curiosità e Creatività

Farsi delle domande, andare a fondo di un problema, permette di trovare soluzioni migliori, di crescere, di apprendere qualcosa di nuovo. Anche la creatività non è un’abilità da sottovalutare. I problemi che un consulente si trova ad affrontare sono molteplici, la creatività aiuta a chiedersi come poter fare meglio, in modo innovativo, diverso.

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dossier elettronico

Affrontare (bene) le ispezioni con un dossier elettronico

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Affrontare (bene) le ispezioni con un dossier elettronico

Affrontare (bene) le ispezioni con un dossier elettronico

Le aziende Life Science, sono soggette a frequenti ispezioni da parte di partnerenti e autorità. Per esempio, si può ricevere un’ispezione, nel momento in cui si introducono nuove linee, si produce per nuovi mercati o semplicemente ci sono ispezioni routinarie e/o di follow up per verificare che l’azienda sia in linea con normative e linee guida di riferimento.

Una fase cruciale durante un’ispezione è la revisione e visione della documentazione da parte degli auditor sia nella fase di preparazione che durante e dopo l’ispezione.

La documentazione richiesta può essere di qualsiasi genere:

  • Qualifiche e training del personale
  • Standard Operating Procedures (SOPs)
  • Qualification reports
  • Validation reports
  • Reclami
  • Change Control
  • Deviazioni
  • ecc.

Revisione della documentazione – Audit e Ispezioni da Remoto

La revisione della documentazione è diventata un’attività ancora più importante con la modalità degli Audit da remoto, che nell’ultimo anno, per ragioni di sicurezza e impedimenti di viaggio, stanno sostituendo quelli in presenza, grazie anche alla grande flessibilità tecnologica di cui disponiamo.

Negli Audit da remoto, l’azienda che riceve l’ispezione (auditee), invia tramite una piattaforma condivisa e precedentemente concordata, la documentazione richiesta agli ispettori (auditor).

Ora immaginiamo questo passaggio di documentazione con sistemi cartacei, dalla ricerca iniziale del documento, alla scansione, al salvataggio del file in cartella e l’invio. Un processo abbastanza macchinoso, se pensiamo ripetuto per molti documenti.

Se gli stessi documenti li avessimo in digitale, su fogli di calcolo o file di testo, e salvati in cartelle di rete, sicuramente il tempo si ridurrebbe. Ma sappiamo che anche nella più precisa organizzazione, i file in cartelle sono soggetti a erroriperditedeterioramento

 

Dossier elettronico

 

Digitalizzare i processi di lavoro in una piattaforma software, che rispetta gli standard normativi e offre la possibilità di gestire attività, firme digitali, allegati e documenti si rivela determinante in fase di ispezione. 

Facciamo un esempio pratico. Un ispettore vuole vedere la documentazione relativa alle deviazioni e relative CAPA per un determinato batch. Nel caso di documentazione cartacea, come detto in precedenza, dovremmo cercare nei faldoni di archivio, scansionare e condividere sulla piattaforma. Nel caso di file e cartelle di rete se siamo organizzati ce la “caviamo” con una ricerca di tutti i file relativi al batch e li condividiamo.

Con una piattaforma digitale, inserendo il numero di batch possiamo risalire con una semplice ricerca a una o più deviazioni a cui è stato soggetto, ai documenti firmati elettronicamente, alle attività svolte e anche ai relativi CAPA. Una volta entrati poi nel singolo processo deviazioni, possiamo estrarre un dossier, cioè un documento pdf protetto che sintetizza tutte le informazioni sulla deviazione e i processi e attività collegati, aggiornate in tempo reale e comprensive degli allegati. 

Il Dossier può essere aperto, consultatosalvato e all’occorrenza stampato.  In fase di ispezione, soprattutto da remoto, è estremamente semplice risalire alla documentazione e condividere il dossier in forma di file pdf generato.

Dossier Elettronici Personalizzati

Nei Dossier Elettronici Standard sono presenti tutte le informazioni sul processo (attività, owner, allegati e documenti, ecc.). 

Non tutte le aziende tuttavia possono e vogliono condividere tali informazioni con terze parti, quando non necessariamente richieste.

Con PRAGMA4U le aziende possono creare dossier personalizzati, inserendo le informazioni del processo rilevanti e che vogliono comunicare all’interlocutore. Questo permette di utilizzare il documento per l’invio di informazioni a terze parti siano ispettori, ma anche per esempio ad un cliente nel caso di documentazione sui reclami.


PRAGMA4U

 

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procedure

6 Consigli per scrivere procedure efficaci (e ridurre il numero di Deviazioni)

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6 Consigli per scrivere procedure efficaci (e ridurre il numero di Deviazioni)

6 Consigli per scrivere procedure efficaci (e ridurre il numero di Deviazioni)

Le procedure possono impattare sul numero di deviazioni?

Le deviazioni scaturiscono nel momento in cui eventi o problemi inattesi allontanano da un processo GMP approvato e/o da ciò che è richiesto/accettato in area GMP. 

Uno dei motivi per cui si devia da un processo GMP, è che quest’ultimo non è spiegato in modo efficiente e chiaro nelle SOP . Ciò causa incomprensioni da parte del personale e interpretazioni errate del processo che possono scaturire in deviazioni.

Come scrivere procedure efficienti? 

Abbiamo individuato 6 utili consigli.

1. Tieni a mente quattro semplici concetti

Say what you do. Racconta quello che fai nella scrittura della SOP e definisci i passaggi intrapresi per ottenere la conformità a un requisito normativo.

Do what you say. Equivale a seguire la procedura standard.

Prove it. Equivale a raccogliere ed essere in grado di presentare dati, per dimostrare che hai seguito le istruzioni presenti in procedura e hai indagato su eventuali incidenti in cui ti sei discostato da tali istruzioni.

Improve it. Dopo aver acquisito padronanza dei primi tre concetti, puoi iniziare a lavorare sul concetto di “miglioramento” rivedendo e aggiornando le tue procedure al fine di riflettere le current practices e i miglioramenti del processo.

2. Informazioni equilibrate

Scrivere una SOP con la corretta quantità di informazioni, né troppo restrittive né troppo ambigue, non è un compito facile. Ci vuole per questo tempo e impegno per creare una SOP con il giusto equilibrio di informazioni.

Le procedure dovrebbero avere le giuste informazioni per tenere sotto controllo il processo e ridurre le deviazioni. Un esempio di SOP con troppe informazioni potrebbe essere quella di elencare il numero di serie di un pezzo di equipaggiamento. Se l’apparecchiatura dovesse essere cambiata per qualsiasi motivo, il risultato è una deviazione. Un esempio di informazioni ambigue è invece quello non indicare l’ordine specifico con cui i reagenti devono essere aggiunti per generare una reazione. Se è fondamentale aggiungere i reagenti in un certo ordine, tale informazione deve essere specificata nella SOP.

3. Il destinatario

Quando scriviamo una SOP è bene tenere a mente i destinatari della stessa e adattare il linguaggio al pubblico di riferimento al quale ci rivolgiamo. Evitiamo in ogni caso un linguaggio troppo tecnico a favore della chiarezza e della precisione. Prediligiamo inoltre frasi concise e orientate all’azione.

4. Verifica e misura con dati qualitativi e quantitativi la comprensione di una SOP

Si ricollega al punto 3 di tenere a mente il destinatario e verificare se ha effettivamente compreso la SOP. Come? Coinvolgendo per esempio l’utilizzatore finale in fase di revisione e analizzando successivamente dati quantitativi e qualitativi, come il numero e il tipo di risposte errate nei training, l’esecuzione del processo descritto nella SOP su un target di persone, il numero e il tipo di deviazioni che fanno riferimento alla SOP.

5. Segui una formattazione chiara

Paragrafi troppo densi di informazioni sono difficili da leggere. Un consiglio è preferire l’aggiunta di un paragrafo in più per rendere più fruibili le informazioni e utilizzare punti elenco, immagini, grafici per renderle ancora più chiare.

6. Storia delle Revisioni e Versione Corrente

Tieni traccia della storia delle revisioni e assicurati sia disponibile per tutte le persone coinvolte la versione corrente della SOP. Avere procedure obsolete è un errore molto grave, che può capitare soprattutto in aziende che utilizzano un sistema di SOP cartaceo. Un sistema digitale blocca invece automaticamente la versione obsoleta, rendendo disponibile, a tutte le risorse coinvolte e in modo centralizzato, solo la versione corrente.

References: S. Schniepp, “Writing Effective SOPs,” Pharmaceutical Technology 44 (10) 2020, https://www.pharmtech.com/view/writing-effective-sops

 


 

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